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Area Marina Protetta

 

L’Area Marina Protetta di Porto Cesareo è la terza in Italia per estensione


Nel Mediterraneo lo sviluppo delle attività produttive è in crescente aumento e si scontra con la esigenza di mantenere inalterato il patrimonio naturale e di utilizzare le risorse in maniera equilibrata senza pregiudicare la loro disponibilità per le esigenze future.

Nel quadro di una moderna politica di conservazione e di corretta gestione ambientale tesa a coniugare la presenza dell’uomo con il rispetto degli ecosistemi naturali, le aree marine protette hanno assunto un ruolo sempre più importante.

Si cerca di fruire senza danneggiare, di godere senza distruggere, di produrre senza compromettere l’ambiente naturale.

L’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, che è dislocata tra Punta Prosciutto (limite di confine con la provincia di Taranto) e Torre Inserraglio, ha caratteristiche ambientali, biologiche, morfologiche e subacquee difficilmente riscontrabili tutte in una stessa area. 

Partendo da Nord con Torre Colimena, che é la più alta, e arrivando a Torre dell’Inserraglio a Sud, si incontrano: Torre Castiglione (oggi solo un rudere crollato), Torre Lapillo, Torre Chianca, Torre Cesarea, Torre Squillace e Torre Sant’Isidoro, tutte ben visibili dal mare.

Muovendosi dall’Isola dei Conigli, ci si trova in un vero paradiso, dove i fondali rocciosi misti a posidonieto divengono l’habitat ideale per le famose triglie di Porto Cesareo che “pascolano” tra colonie di cozze Pinna e ondeggianti cavallucci marini. 

Proseguendo per un altro miglio marino in direzione di Torre Chianca, proprio di fronte a “Scala di furno”, a soli 400 metri dalla costa, si trovano, perfettamente allineate sul fondale, cinque colonne di marmo cipollino di Eubea, che costituiscono probabilmente il risultato di un carico sbandato lungo la rotta del Marmo che dall’antica Grecia giungeva a Roma. 

Pochi minuti di navigazione separano Porto Cesareo dal centro della baia di Torre Lapillo, un vero e proprio campionario di ambienti subacquei. 

La vita animale e vegetale è già intensa all’esterno delle grotte. 

Le sorprese arrivano quando si esplora l’interno delle cavità scoprendo un coloratissimo tappeto di margherita di mare, striato dal rosso del falso corallo, mentre piccoli crostacei cercano il riparo di anfratti più bui. 

A circa 17 metri di profondità si trova il tipico ambiente sub-tropicale, che è la vera testimonianza della ricchezza in termini di biodiversità che caratterizza l’Area Marina Protetta. 

Infatti, nel tratto di mare dell’area protetta si trova la cosiddetta “prateria” sommersa di Posidonia Oceanica che, in tempi remoti, ha spostato il suo habitat dalla terra al mare. Essa offre ossigeno, rifugio, nutrimento ed anche le condizioni ideali per la riproduzione di moltissimi organismi marini. A questa verde prateria, sviluppata sulla sabbia, si contrappone l’esuberanza delle forme del coralligeno, che predilige i fondali rocciosi. Numerose sono le forme di vita che con la loro attività biologica contribuiscono alla sua genesi ed al suo sviluppo: alghe coralline, antozoi, biozoi, ecc.

In primavera si possono vedere piccoli banchi di dentici e saraghi. 

Il fondo sabbioso ospita moltissime specie tipiche della sabbia, ma, come d’incanto, agli inizi dell’estate appaiono numerosissimi pesci pettine, di cui si può distinguere il sesso, a seconda della dimensione e del colore: le femmine, più piccole, sono d’un tenue arancione, i maschi, di taglia più grande, sono, invece, di colore verde scuro. Entrambi, forniti di aguzzi canini, al minimo pericolo si insabbiano, restando, forse, sotto le finissime coltri per tutta la stagione fredda. 

Alla fine dell’estate la superficie del mare, appena al largo, si anima intensamente: tonnetti di varie specie, grandi lecce e ricciole inseguono sardine, acciughe, maccarelli e aguglie. In questa stagione non è raro l’incontro con il marlin bianco del Mediterraneo, che accompagna le numerosissime e coloratissime lampughe.

Le aree marine protette, secondo la legge, sono “costituite da ambienti marini dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicienti che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche e biochimiche, con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere e per l’importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa, ed economica che rivestono”. 

Ufficialmente l’Area Naturale Marina Protetta “Porto Cesareo” (ANMP) è stata istituita con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 12 dicembre 1997 pubblicato sulla G.U. n. 45 del 24 febbraio 1998.

Limiti e normative sono riportati sulla carta nautica n. 27 e 28 e sul “Portolano del Mediterraneo, fascicolo 1B” dell’Istituto Idrografico della Marina.

Essa si estende fino a circa 7 miglia dalla costa e, in modo sintetico le zone possono essere così riassunte:



Zona “A” – Riserva integrale, comprendente il tratto di mare antistante la Penisola de “La Strea” e quello che va da Torre S. Isidoro alla punta corrispondente alla località Casa Giorgella, per una estensione di circa metri 500 dalla costa. In quest’area sono bandite tutte le attività antropiche, escluse quelle di servizio e di vigilanza e quelle legate ai programmi di ricerca e studio che, comunque, dovranno essere esplicitamente autorizzate dall’Ente di gestione della Riserva.

Zona “B” – Riserva generale, comprendente due aree rispettivamente poste nell’angolo ovest ed in corrispondenza della seconda area di riserva integrale. In questa zona, oltre alle attività di servizio, di vigilanza e di studio, è permessa la navigazione delle imbarcazioni da pesca dei pescatori professionisti autorizzati dall’Ente gestore, la pesca sportiva con canna senza mulinello o con lenza da fermo, la balneazione e le attività subacquee “eco-compatibili” (foto sub, turismo subacqueo, ecc.). In generale, non sono ammesse tutte quelle attività che possono alterare direttamente o indirettamente l’ambiente o turbare gli organismi animali e vegetali; sono ad esempio vietate la caccia subacquea e tutte le altre forme di raccolta di organismi marini.

Zona “C” – Riserva parziale, comprendente tutte le rimanenti aree della Riserva. In questa zona, oltre alle attività di servizio, di vigilanza e di studio, è permessa la navigazione delle imbarcazioni che devono raggiungere gli ormeggi presso le strutture predisposte, la pesca professionale autorizzata ed esercitata secondo direttive dell’Ente gestore, e la balneazione.


In generale, in tutta l’area della Riserva non sono consentite tutte le attività che possano danneggiare l’habitat e arrecare pericolo agli organismi (con l’eccezione della pesca professionale regolamentata e autorizzata dall’Ente gestore) o che possano intralciare l’attività di studio e ricerca scientifica. Ad esempio, sono vietati l’ancoraggio al di fuori dei punti di ormeggio, la pesca subacquea, la cattura e la raccolta di qualsiasi organismo, l’alterazione dell’ambiente geofisico e delle caratteristiche idrologiche.

Ad ogni modo, molti sono i punti dove gli amanti delle immersioni possono scoprire questo fantastico mondo. Vi consigliamo, comunque, di rivolgervi alle aziende specializzate e ai “diving” del Salento (in Porto Cesareo: “Orca diving center”).

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